domenica 23 aprile 2017

Alleluia, Rendete grazie - Gen Verde

Il tempo pasquale è un tripudio di Alleluia, di "lode a Dio": il Signore è risorto!
Ecco il testo e la registrazione (da Youtube) di "Alleluia, Rendete grazie" tratto dall'album "Il mistero pasquale – Canti per la liturgia del Triduo Santo" del Gen Verde.
Il testo è il salmo 117, impiegabile come salmo alleluiatico nella solenne veglia pasquale.





Alleluia, Rendete grazie
Testo: dal Salmo 117

Adattamento metrico del lezionario

Musica: Nancy L. Uelmen, M. Thèrèse Henderson, Jocelyn K. Belamide

Alleluia...

Rendete grazie a Dio, Egli è buono,
eterno e fedele è il suo amore.
Sì, è così: lo dica Israele,
dica che il suo amore è per sempre.

Alleluia...

La destra del Signore si è innalzata
a compiere grandiose meraviglie.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò i prodigi del Signore.

Alleluia...

La pietra che avevano scartato
è divenuta pietra angolare.
Questo prodigio ha fatto il Signore,
una meraviglia ai nostri occhi.

Alleluia...



Dall'album del Gen Verde "Il Mistero Pasquale" del 2011.

martedì 18 aprile 2017

The Gardener - Miriam Marston

Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò. - Giovanni 20, 15-16

...Con questa citazione inizia il video creato da Miriam Marston per un proprio brano, The Gardener, il Giardiniere.
Anche a noi, oggi, Gesù risuscitato chiede: "Mi conosci?"
Ce lo chiede ogni giorno: in ogni persona che incontriamo, ogni volta che dubitiamo del suo amore, quando non sappiamo dove andare, nelle situazioni in cui la nostra fede vacilla, le volte in cui la nostra vita non rispecchia il nostro credo, quando la risurrezione diventa per noi un raccontino... "Mi conosci?"


Buona Pasqua!




Come sempre, qui di seguito testo e traduzione:

The Gardener

A faint sign of gladness
makes her pause in all her sadness,
fair and so faithful
she throws aside careful,
hardly knowing what to expect
she makes her way over,
maybe it’s safe now
it’s been
a few days now.

And she started weeping
as though she’d never cried before,
she thought she’d lost
the only one she’d loved.
And three of the longest days
of her life
had come to this:
waiting by a stone.

And then she saw the gardener.
He asked her how she’d been.
“I’m sad and I’m scared,
but why do you care?
You’re just the gardener’s son.”

“Do you recognize me now?”
“Do you recognize me now?”
“Do you recognize me now?”


“And go tell all the others
that you met me.
They might think
that you’ve been drinking
through the night.
But don’t let all their doubts
keep you away from me.
The world will likely tell you
that it’s all in your mind.”

She comes to the home she’d left,
anxious and alone,
but it feels more like a mansion now,
though she can’t yet mention how
everything around her seems
infused with glory.
Her hope expands as
the world just stands still.

And she started weeping
as though she’d never cried before,
she thought she’d lost
the only one she’d loved.
And three of the longest days
of her life
had come to this:
waiting by a stone.

And then she saw the gardener.
He asked her how she’d been.
“I’m sad and I’m scared,
but why do you care?
You’re just the gardener’s son”

“Do you recognize me now?”
“Do you recognize me now?”
“Do you recognize me now?”


“I’m here... I’m here... I’m here...”
Il Giardiniere

Un debole segno di allegria
la fa fermare in tutta la sua tristezza,
bella e così fedele
si fa da parte attenta,
senza sapere bene cosa aspettarsi
si fa la sua strada,
forse è sicuro adesso
che sono ormai passati
un paio di giorni.

E cominciò a piangere
come se non avesse mai pianto prima,
pensava di aver perso
l'unica persona che aveva amato.
E tre dei giorni più lunghi
della sua vita
avevano portato a questo:
aspettare davanti ad una pietra.

E poi vide il giardiniere.
Lui le chiese come stesse.
“Sono triste ed ho paura,
ma perché te ne importa?
Sei solo il figlio del giardiniere.”

“Mi riconosci adesso?”
“Mi riconosci adesso?”
“Mi riconosci adesso?”


“Vai a dire a tutti gli altri
che mi hai incontrato
Potrebbero pensare
che hai bevuto
per tutta la notte.
Ma non lasciare che tutti i loro dubbi
ti tengano lontano da me
Il mondo probabilmente ti dirà
che è tutto nella tua mente.”

Lei torna alla casa che aveva lasciato,
ansiosa e sola,
ma ora la sente più simile ad un palazzo,
anche se lei non sa ancora dire come
tutto intorno a lei
sembra infuso di gloria.
La sua speranza si espande come
il mondo resta immobile.

E cominciò a piangere
come se non avesse mai pianto prima,
pensava di aver perso
l'unica persona che aveva amato.
E tre dei giorni più lunghi
della sua vita
avevano portato a questo:
aspettare davanti ad una pietra.

E poi vide il giardiniere.
Lui le chiese come stesse.
“Sono triste ed ho paura,
ma perché te ne importa?
Sei solo il figlio del giardiniere.”

“Mi riconosci adesso?”
“Mi riconosci adesso?”
“Mi riconosci adesso?”


“Sono qui... Sono qui... Sono qui...”

venerdì 14 aprile 2017

Le lacrime di Pietro - S. Ambrogio

«Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi.» - Luca 22,34

Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. - Giovanni 18,25-27

Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente. - Luca 22,61-62



Perché ha pianto? Perché il peccato lo ha colto di sorpresa. Io sono solito piangere se non riesco a peccare, cioè, se non riesco a vendicarmi, se non ottengo ciò che ingiustamente desidero: e Pietro ha sofferto e pianto perché ha sbagliato come un uomo. Non leggo nel Vangelo che cosa disse, trovo soltanto che pianse. Leggo che pianse, non leggo che abbia cercato di scusarsi: ma ciò che non può essere difeso, può essere purificato. Le lacrime lavino la colpa che ci si vergogna di confessare a viva voce. Il pianto invoca il perdono e manifesta la vergogna.
Le lacrime confessano la colpa senza tremare, le lacrime confessano il peccato senza offendere il pudore, le lacrime non domandano il perdono, e l’ottengono.
Capisco perché Pietro non parla: è per non accrescere la gravità della colpa esigendo troppo presto il perdono. Prima bisogna piangere, così bisogna pregare.

Buone sono le lacrime, che lavano la colpa. Piangono coloro che Gesù guarda. Pietro ha negato una prima volta e non ha pianto, perché il Signore non lo aveva guardato. Ha negato una seconda volta, e di nuovo non ha pianto, perché ancora il Signore non aveva rivolto il suo sguardo verso di lui.
Nega una terza volta: Gesù lo guarda, ed egli pianse amaramente. (Cf. Lc. 22, 61-62)
Guardaci, Signore Gesù, affinchè noi sappiamo piangere i nostri peccati.
Tutto questo ci indica che anche le cadute dei santi ci sono utili: la negazione di Pietro non mi ha fatto danno; al contrario, io ho guadagnato dal suo pentimento, ho imparato a stare in guardia contro i discorsi dei perfidi. Pietro
in mezzo ai giudei ha rinnegato; Salomone, ingannato dalle sue compagnie pagane, è caduto in errore.

Pietro ha pianto, dunque, e molto amaramente; ha pianto per poter cancellare la sua colpa nelle lacrime.
Anche tu, se vuoi meritare il perdono, cancella le tue colpe con le lacrime: in quel momento Cristo ti guarda. Se incappi in qualche colpa, egli, testimone presente di tutta la tua vita segreta, ti guarda per ricordarti l’errore e spingerti a confessarlo. Imita Pietro che, in altra circostanza, dice per tre volte: « Signore, tu sai che ti amo ». (Gv. 21, 15) Ha negato tre volte e tre volte confessa la sua fede. Ha rinnegato di notte, ma ha confessato in pieno giorno.

Tutte queste cose stanno scritte perché apprendiamo che nessuno deve mai vantarsi. Infatti, se Pietro è caduto per aver detto: «Anche se altri saranno scandalizzati, io non mi scandalizzerò », (Mt. 26, 33) chi altri oserà tanto presumere di sé? Anche David, del resto, dopo aver affermato: « Ho detto nella mia sufficienza: non sarò mai smosso in eterno », confessa subito dopo che questa vanteria gli ha procurato danno: « Hai distolto da me il tuo volto, e io mi sono trovato nel turbamento ». (Sal. 29, 7 ss)

Donde ti posso richiamare, o Pietro, perché tu mi dica a che cosa pensavi mentre piangevi? Donde posso richiamarti? Dal cielo, ove tu hai già preso posto in mezzo al coro degli angeli, oppure dalla tomba, dato che certo non ti ripugna stare in questo luogo ove il Signore è risorto? Insegnaci che cosa ti hanno giovato le tue lacrime. Ma già ce lo hai insegnato: infatti, prima di piangere eri caduto, e dopo le lacrime sei stato eletto per guidare gli altri, tu che prima non sapevi condurre te stesso.

Dal Commento sul vangelo di Luca 10, 88-92 di Sant’Ambrogio.



Sant'Ambrogio (Aurelio Ambrogio, circa 340-397), uomo saggio membro di due importanti famiglie senatorie romane, verso il 370 fu inviato a governare le province dell'Emilia e della Liguria, con sede a Milano.
Qui intervenne a pacificare gli animi nell'aspra disputa fra ortodossi ed ariani, e la sua autorità fu tale che egli, pur semplice catecumeno, nel 374 venne acclamato dal popolo vescovo di Milano.

Si mise dunque a studiare le Sacre Scritture alacremente, apprendendo dalle opere di Origene, il maestro indiscusso della "scuola alessandrina", ed iniziando così in Occidente la pratica della lectio divina. Il metodo della lectio giunse a guidare tutta la predicazione e gli scritti di Ambrogio, che scaturiscono precisamente dall'ascolto orante della Parola di Dio.

Uomo di grande carità verso tutti, si prodigò senza tregua per il bene dei cittadini affidati alle sue cure.
Difese inoltre la retta dottrina della fede, in particolare contro l'arianesimo ed il paganesimo, e scrisse inni per la preghiera, compiendo fondamentali riforme nel culto e nel canto sacro, che introdusse nella liturgia.
La sua sapienza ed il suo prestigio furono determinanti per la conversione di Sant'Agostino, il suo seguace più eminente.

Si addormentò nel Signore il 4 aprile 397, giorno in cui è commemorato dalle Chiese vetero-cattolica e luterana. La Chiesa cattolica celebra la sua memoria il 7 dicembre nel giorno della sua ordinazione, mentre la Chiesa ortodossa lo ricorda il 20 dicembre.

È venerato come Padre della Chiesa ed annoverato tra i quattro massimi dottori della Chiesa, insieme a san Girolamo, sant'Agostino e san Gregorio Magno.


Da:
- Decanati.it
- it.Wikipedia
- it.Cathopedia


venerdì 7 aprile 2017

Non c'è amore più grande - Gen Verde

Durante la cena, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. - da Giovanni 13

Qui musica e testi di un canto del Gen Verde che riprende queste parole, tratto dalla raccolta "Il Mistero Pasquale", strutturata in tre parti, ciascuna dedicata ad un momento del Triduo pasquale: la Cena del giovedì santo, la Passione del venerdì, la Veglia della notte santa.





Non c'è amore più grande di chi dà la vita per i suoi.
Non c'è amore più grande: io do la mia vita per voi.

Il Signore si alzò da tavola,
versò dell'acqua in un catino,
e cominciò a lavare i piedi ai discepoli:
ad essi volle lasciare questo esempio.

Quello che io faccio, ora non lo comprendi,
ma lo comprenderai un giorno.
Signore, tu lavi i piedi a me?
Gesù gli rispose dicendo:
Se non ti laverò, non avrai parte con me.

Non c'è amore più grande di chi dà la vita per i suoi.
Non c'è amore più grande: io do la mia vita per voi.

Se vi ho lavato i piedi,
io, Signore e Maestro,
quanto più voi avete il dovere
di lavarvi i piedi l'un l'altro.

Gesù disse ai suoi discepoli:
Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli,
se vi amerete gli uni gli altri.

Non c'è amore più grande di chi dà la vita per i suoi.
Non c'è amore più grande: io do la mia vita per voi.

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato voi,
dice il Signore.

Fede, speranza e carità,
tutte e tre rimangano tra voi:
ma più grande di tutte è la carità.

Non c'è amore più grande di chi dà la vita per i suoi.
Non c'è amore più grande: io do la mia vita per voi, per voi.


Dall'album "Il Mistero Pasquale" del 2011.